“MINISTERO DELLA DIFESA” – FUA 2016 – SVILUPPI ECONOMICI… C’E’ CHI DICE NO
“MINISTERO DELLA DIFESA”
FUA 2016 – SVILUPPI ECONOMICI… C’E’ CHI DICE NO
Federazione Intesa non firma l’accordo
Il 2 agosto 2016 si è consumata quella che riteniamo una delle pagine più tristi della contrattazione collettiva degli ultimi anni.
Una pagina che ha visto, forse nella prima volta nella storia, alcune parti sociali sacrificare scientemente gli interessi dei lavoratori ai propri deliri di onnipotenza ed imporre un accordo al ribasso che, non esitiamo a dire, vede tutti i protagonisti uscire perdenti: moralmente, eticamente, sindacalmente.
Perdenti i colleghi della prima area che attraverso l’accantonamento di una quota FUA, avrebbero potuto ottenere immediatamente l’equivalente economico dell’aumento di fascia che in questo momento ed in questo ordinamento professionale, non possono ottenere giuridicamente.
Ci auguriamo che questo sacrificio sia almeno servito a svegliare altre OO.SS. che, con improvvisa solerzia dopo anni di ignavia, si sono accorte dell’improcrastinabilità del problema e seppure con iniziative più di apparenza che di sostanza, cominciano a parlare della questione.
Perdenti i 12.000 colleghi che concorreranno alle riqualificazioni dal 1.1.2017, che avrebbero potuto ottenere la stessa progressione con un anno di anticipo.
Perdenti i restanti 10.000 rimandati al 2018 che, in completa assenza di garanzie che sia ancora possibile attivare procedure di riqualificazione, hanno comunque perso un anno.
Perdente l’Amministrazione che non ha portato avanti un accordo in forza del suo 50% nonostante sappia perfettamente che questo comporterà doppi costi per doppie procedure di riqualificazione da un lato e riduzione del FUA 2017, ai sensi della L. 28/12/2015, n. 208, comma 236, in vigore dal 1 gennaio 2016, dall’altro.
Perdenti persino i lavoratori rimasti al palo nel 2010, nel nome dei quali e dietro ai quali, alcune OO.SS. si sono parate per bruciare le aspettative di altri 12000 colleghi.
A nulla è valso far notare che oltretutto, mantenendo margini così stretti nei numeri, nessun criterio, seppure il migliore che sia, studiato a carattere generale, una volta calato nelle centinaia di situazioni particolari, potrà assicurare il passaggio dei 7002 e solo dei 7002 colleghi che da 6 lunghissimi anni pagano con il loro FUS le progressioni di chi si è riqualificato nel 2010.
Non grideremo quindi al miracolo, come qualcuno fino a ieri ha gridato, né spacceremo per vittorioso un accordo che ci vede amareggiati e delusi, né tenteremo di vendere la nostra immagine di paladini paghi e soddisfatti di non sottoscrivere questo accordo. Non siamo paghi. Non siamo soddisfatti. Lo saremmo stati se avessimo ottenuto quello per cui ci siamo battuti fino a ieri.
La nostra coerenza sta nel riconoscere con onestà e trasparenza che questo accordo è una sconfitta.
Ci resta la consapevolezza di aver combattuto fino alla fine, nei limiti delle nostre forze e possibilità, per ottenere ciò che abbiamo dimostrato con i fatti e con i numeri fosse logico e fattibile. Non ci siamo riusciti. Abbiamo sempre sostenuto di non avere alcuna posizione pregiudiziale acchè si facessero soltanto le 7002 progressioni oggetto della famosa intesa programmatica inserita nell’accordo 2015 ma non abbiamo mai dimenticato che in quell’intesa, chiusa in fretta per chiudere velocemente l’accordo per l’anno in corso, 7002 era una base di partenza, non un arrivo. Un traguardo che sembrava fino a pochi giorni prima irraggiungibile, se non fosse stato finalmente accolto il nostro suggerimento di modificare un DM galeotto sugli organici che già aveva visto altre OO.SS. rassegnarsi alla possibilità di farne 1092.
Nessuna posizione pregiudiziale, quindi, ma la reiterata richiesta (l’ultima nella email inviata all’Amministrazione il giorno prima affinchè fosse portata anche all’attenzione delle altre OO.SS.) che la scelta di fermarsi a 7002 fosse motivata e dimostrata con argomentazioni valide e veritiere, così come noi abbiamo motivato e dimostrato di poterne fare 16974. Non abbiamo ricevuto risposta né certo possiamo ritenere valide le fantasiose quanto improbabili obiezioni con cui altre OO.SS. hanno in queste tre settimane tentato di supportare la reazione scomposta avuta davanti alla nostra proposta di anticipare al 1.1.2016 ciò che era stato spalmato in due anni.
Capriole acrobatiche e voli pindarici che si scontrano con le più elementari regole della logica e della matematica, per tentare di giustificare il fatto che tutto ciò che negli altri Ministeri è ovvio, da noi è “scandaloso ed irricevibile”.
Diamo atto all’Amministrazione di essere stata corretta nel mettere la nostra proposta sul tavolo.
Ci sarebbe certo piaciuto che mostrasse anche più polso verso chi con l’arroganza dei numeri ha condizionato la trattativa con il solo palese obiettivo di salvare la faccia e non di perseguire l’interesse dei lavoratori.
Rimane il risultato, non di poco conto, di aver ottenuto 7000 riqualificazioni invece di 1092 e di aver fatto modificare alcuni dei criteri che non ci sembravano equi e non rispondevano all’obiettivo dichiarato da sempre di far riqualificare i colleghi non passati nel 2010.
Diamo infatti atto all’Amministrazione anche di essere stata disponibile e di avere comunque accettato il confronto su tutto ciò che è l’impianto di questa Ipotesi.
Sono stati rivisti i punteggi relativi al servizio reso presso altra Amministrazione come avevamo segnalato.
Sono stati rivisti gli scaglioni delle riqualificazioni programmate per il 2017, come avevamo suggerito nella mail inviata il 1° agosto.
Infine, alla luce delle nostre osservazioni sull’assurdo meccanismo per cui ci troveremo a restituire al bilancio della Difesa, decurtandolo dal nostro FUA, la quota parte dell’assegno riassorbibile dei colleghi ex militari che si riqualificheranno, l’Amministrazione ha assunto l’impegno di effettuare un tentativo presso il MEF per studiare insieme la soluzione a quello che fin da ora appare come un grottesco autogol.
Siamo amareggiati ma non sconfitti.
Questi ultimi accadimenti non possono che rinvigorire in noi la consapevolezza di essere nel giusto e la volontà di batterci per svincolarci da questo CCNL e da questo sistema.
A settembre riprenderemo con ancora più forza e determinazione la battaglia per la #specificità. Invitiamo tutti i lavoratori a stare all’erta e seguire i nostri notiziari.
Sarà un settembre caldo… Nessun dorma!
Il Coordinamento Nazionale Difesa
Alessandro Coen
#specificitàunicalternativa
FLASH 2016.08.03 n.23 FUA_2016 sviluppi economici Intesa non firma
Saluti Giovanni Orefice.